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Comunità energetiche: le novità
Il quadro normativo, il progetto e il ruolo del DSO
Favorire lo sviluppo delle CER (Comunità Energetiche Rinnovabili) per abilitare la transizione ecologica. In questa direzione stiamo lavorando insieme per integrare questo nuovo attore del contesto energetico. Dal ruolo del distributore alla situazione normativa e ai progetti in corso: vediamo quali sono le novità che ci coinvolgono e che riguardano questo ambito.
Si chiamano CER, Comunità Energetiche Rinnovabili, e sono quell’insieme di persone fisiche, piccole e medie imprese, enti o autorità locali (amministrazioni comunali, enti di ricerca e formazione, religiosi, terzo settore e protezione ambientale) che collaborano con l’obiettivo di produrre e consumare l’energia attraverso uno o più impianti locali da fonti rinnovabili. Alla loro base c’è la partecipazione aperta e volontaria e si tratta di un soggetto autonomo, il cui obiettivo è fornire benefici (ambientali, economici o sociali) ai suoi azionisti, ai membri o alle aree locali in cui opera.
Ve ne avevamo parlato ripercorrendo i fattori principali che ne hanno favorito la nascita e la crescita: l’innovazione tecnologica e il quadro normativo.
Le comunità energetiche: la situazione attuale
A proposito di regolazione, al momento, ci troviamo, come vi raccontavamo, in un regime transitorio, valido fino al recepimento da parte di ARERA dei provvedimenti attuativi dei decreti emanati a seguito delle direttive UE (Direttiva UE 2018/2001 – RED II e Direttiva UE 2019/944 – Mercato interno dell’energia). “L’Autorità di regolazione è intervenuta con una delibera, la 120/2022, che ha avviato tutti quei procedimenti finalizzati all’aggiornamento della regolazione per l’inserimento delle comunità energetiche quali attori rilevanti della transizione energetica. Oggi siamo nella fase in cui l’Autorità ha appena concluso un documento di consultazione che ha visto coinvolti tutti gli operatori di mercato, tra cui anche noi che siamo stati chiamati a rispondere”, spiega Fabrizio Callari, Responsabile Interazione ed Esperienza del Cliente di E-Distribuzione.
Se questo è il panorama nazionale, nel frattempo, negli ultimi mesi, a livello locale in alcune regioni italiane sono state votate leggi specifiche che hanno dato seguito alle direttive europee. Parliamo, ad esempio, della n.16 del 5 luglio 2022 del Veneto, nata con un obiettivo specifico, quello di promuovere e favorire la diffusione sul territorio delle CER, riconoscendole come uno “dei pilastri di un sistema energetico resiliente e mutualistico, nuovo nucleo di sostenibilità energetica locale, strumento di rafforzamento dell’utilizzo e dell’accettabilità delle fonti rinnovabili nel sistema veneto di produzione di energia”. Anche in Emilia Romagna a luglio è giunto a termine l’iter legislativo avviato con una proposta di legge della Giunta regionale finalizzata a sostenere lo sviluppo delle comunità energetiche e dell’autoconsumo collettivo individuando le azioni di sistema e le misure di promozione. E, per citare un altro esempio, in Abruzzo con la legge regionale 17 maggio 2022, n. 8, l’amministrazione ha attuato gli obiettivi europei stabiliti dalla direttiva 2018/2001/Ue.
Le comunità energetiche: i progetti in corso
Tutto il contesto che riguarda le CER coinvolge in prima battuta il distributore con l’infrastruttura e i punti di connessione alla rete. A tale proposito, nella situazione attuale, secondo lo schema transitorio ancora in vigore fino al completamento del quadro regolatorio, i membri della comunità devono essere titolari di punti di connessione su reti di Bassa Tensione relativi alla stessa cabina secondaria e il DSO è chiamato a un processo di verifica preliminare sull’appartenenza di questi punti a tale perimetro.
Come cambierà tale approccio? I punti di connessione dovranno riguardare non più cabine secondarie, ma primarie e ARERA dovrà prevedere che i distributori rendano pubbliche le aree convenzionali di influenza delle stesse. Qual è quindi il grande cambiamento? “Una cabina primaria alimenta anche una decina di migliaia di clienti. Rappresenta dunque un bacino potenziale molto più grande che può facilitare ancora di più l’autoconsumo collettivo. Ecco perché tale aggregato è molto significativo per il futuro sviluppo delle CER”, precisa Callari.
Per facilitare questo passaggio è stato avviato, in estate, uno studio in collaborazione con il Politecnico di Milano per poter individuare le aree convenzionali che afferiscono alle cabine primarie, e restituire una clusterizzazione territoriale riguardante gli impianti da noi gestiti. Il progetto, svolto su 2 regioni pilota (Campania ed Emilia Romagna) e poi esteso a tutte le regioni, ha evidenziato risultati di accuratezza (basati sulla reale appartenenza alle CP di riferimento delle utenze MT) di circa il 75%: sulla base della posizione delle cabine, dei centri abitati, strade principali e di eventuali ostacoli naturali (laghi, monti, fiumi) è stato definito il loro perimetro limite secondo criteri di equa ripartizione delle distanze, appunto rispettando gli elementi ISTAT/territoriali. “Tale ricerca è stata fatta proprio per tener conto anche dei dintorni geografici dell’impianto e avere questo come criterio per razionalizzare”, spiega Maurizio Spoldi, Responsabile Manutenzione Rete e Supporto Tecnico di E-Distribuzione.
Le CE e il ruolo del distributore
Non solo progetti e iniziative di questo tipo. Come DSO ci stiamo muovendo a 360 gradi per accogliere questi nuovi soggetti che hanno un impatto sulla rete, il suo funzionamento e i suoi equilibri.
“La rete sarà coinvolta da questa modifica dei flussi che potrebbero scaturire dalle comunità energetiche, perché ci sarà sicuramente una grande spinta verso la produzione. È chiaro che l’infrastruttura deve essere pronta. Siamo gli abilitatori, anche come front end, del cambiamento epocale a cui stiamo assistendo”, sottolinea Spoldi.
Gli fa eco anche Callari che interviene sul ruolo del distributore: “Abilitare, facilitare il processo di inserimento di nuovi attori nel mercato: è il nuovo ruolo che il distributore deve avere per favorire la transizione energetica. Tanto più in questo contesto attuale in cui la crisi energetica ci impone di rivedere i modi in cui tradizionalmente era ed è prodotta l’energia”.
Il DSO, dunque, come facilitatore della transizione energetica.
Una sfida a cui ci stiamo preparando soprattutto con l’aiuto della tecnologia su cui puntiamo e che ci pone sempre all’avanguardia, come evidenziato da Spoldi: “Tutti questi aspetti abilitanti aiutano tutta la collettività a fare un passo in avanti, e questa di E-Distribuzione è veramente una best practice per tutti i distributori europei”.